Dusk Drive è un simulatore di guida tipicamente arcade, in cui potremo attraversare tutto il territorio statunitense in una corsa contro il tempo. Gli sviluppatori del team Kongregate descrivono la loro produzione come un “adrenalinico racing game ispirato al classico Outrun”.
Anteprima di gioco
Il menù iniziale sarà l’unico tutorial a disposizione per comprendere le meccaniche di base: i comandi sono tuttavia molto semplici e per accelerare, frenare e sterzare useremo le frecce direzionali, mentre con il tasto -X- potremo attivare il turbo. La modalità di gioco primaria, denominata “tour”, ci vedrà affrontare una lunghissima gara divisa in mini-settori da attraversare entro un risicato tempo limite, dove la possibilità di scegliere quale direzione prendere ci ricorderà i bivi dei classici arcade degli anni ’80 e aumenterà notevolmente la rigiocabilità. Il percorso si ramificherà con il passare dei chilometri e ogni sezione avrà una difficoltà specifica: talvolta il traffico, il ghiaccio sull’asfalto oppure rapide serie di curve.
Purtroppo il modello di guida non ci ha soddisfatto completamente, visto che le auto sembrano fin troppo incollate al terreno e “scivolano” eccessivamente durante le sterzate; abituarsi a questo stile di “derapata involontaria” richiederà del tempo, soprattutto a causa di certi sobbalzi completamente innaturali della vettura. Inoltre gli avversari non ci faciliteranno la corsa e cercheranno di ostacolandoci in tutti i modi, anche se grazie al sistema di scia potremo guadagnare velocità stando alle loro costole. Ogni checkpoint che raggiungeremo ci farà infine guadagnare una certa somma di dollari spendibili nello shop in-game, dove potremo comprare diversi upgrade per il nostro veicolo aumentandone la velocità massima, il turbo, l’accelerazione e l’aereodinamica.
L’impatto visivo non è certamente dei migliori: i modelli delle auto sono incredibilmente spigolosi, le textures mancano di dettaglio e difficilmente potremo far passare certi problemi visivi come scelte di design. Lo stile ‘cel shading’ è appena abbozzato e ci saremo aspettati decisamente un’altro livello qualitativo, soprattutto nei fondali e nelle distorsioni ambientali dovute alla velocità. Fortunatamente l’ottimizzazione è al passo con la quantità di animazioni su schermo, con un frame rate che raramente scende sotto i 30fps e bug molto rari. Peccato infine per la terribile colonna sonora che ci accompagnerà durante le gare, non solo riprodotta in bassissima qualità ma anche ripetitiva e monotona.
Conclusioni
Dusk Drive non riesce a raggiungere la sufficienza nonostante alcune idee interessanti; il fattore nostalgico purtroppo si esaurisce molto presto, lasciandoci in eredità un comparto tecnico inaccettabile.
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